Martino il pescatore (è tempo di scuola!)

Il picchiettio del bastone sul marciapiede si trasformò nella bacchetta della maestra. I compagni ridevano.

“ Io non so leggere. Io non so leggere”

Ripeteva quasi come una giaculatoria. In realtà, non era  così. Tutti pensavano che Martino fosse analfabeta, invece aveva frequentato fino alla  terza  elementare.

 

Sin dai primi giorni di scuola, però, tutti lo avevano preso in giro. Era più grande degli altri e  faticava a  leggere. All’inizio sorrideva a denti stretti, fingendo di stare al gioco. Poi, però, non solo aveva smesso di sorridere, ma anche di parlare. Soprattutto, aveva smesso di leggere. Quando arrivava il suo turno,  sentiva un’onda di gelo partire dalla testa e diffondersi rapidamente per tutto il corpo. Rimaneva immobile, fissava la parete e non proferiva parola per diversi minuti. I compagni ridevano e la maestra, pensando di rassicurarlo, lo incitava:

“Dai, un piccolo sforzo, ce la puoi fare. Leggi lentamente, prendi fiato…  ”

Quelle parole, tuttavia, non sortivano certo l’effetto desiderato. Diventava sempre più nervoso. Ci aveva anche provato, ma le lettere continuavano a ballare davanti ai suoi occhi. Sembrava girassero su se stesse e si trasformassero. Per lui c’era una D, ma la maestra diceva che era una B, la M si trasformava in N.

Diverse volte era stato rimproverato: “Sei troppo pigro, devi impegnarti di più!”

“Come, di più?” Aveva studiato tanto.

Perché non ricordava nulla? Le parole diventavano strane e incomprensibili.

Così Martino preferiva tacere, non gli piaceva più ascoltarsi. Trovava sempre scuse per evitare di far sentire la sua voce. In quei lunghi silenzi pensava al circo, ai colori sgargianti e alla musica assordante. Pensava al padre, ai voli al trapezio e agli applausi. Sentiva la forza di quelle braccia. Le vedeva afferrare la madre. Sembravano  davvero due gabbiani,  quando volteggiavano  da un trapezio all’altro. La folla era in delirio.

 

 

“Martino, stai seguendo?” 

 “Sì, signora maestra.”

Altro che gabbiani, erano le risate dei suoi compagni.

 

 

Tratto da: La voce dei gabbiani, L’ArgoLibro Editore 2018

Fonte delle immagini: https://www.pexels.com

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